venerdì 5 novembre 2010

Lettera a Berlusconi da parte di un militante della Giovane Italia deluso

Pubblico la lettera scritta da un mio amico, militante come me nella Giovane Italia il quale ha espresso con termini equilibrati ma al contempo molto forti la delusione che noi giovani di destra onesti ed idealisti proviamo sempre di più nei confronti del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Inutile ribadire che approvo ogni singola parola di quanto scritto. Buon divertimento.

Caro Presidente Berlusconi

sono un giovane militante della Giovane Italia (ala ex AN), nonchè un suo grande sostenitore (ormai potremmo dire "ex"). Non mi vergogno di averla votata, ne tantomeno mi vergogno di averla sostenuta tutti questi anni. La destra italiana le deve molto, ha dato unità al paese, ha restituito alla destra una voce in Parlamento, che precedentemente era negata, ha salvato la nostra nazione da una sinistra che avrebbe solo fatto del male al paese, ha governato per tanti anni (nessun ministro italiano ha governato per tanti anni e ciò dimostra che lei è il presidente del consiglio "migliore" che il nostro paese abbia mai avuto) e questo lo deve alla gente che l'ha votata, la stragrande maggioranza del paese, evidentemente non c'era nessuno che potesse fare meglio di lei questo mestiere. I "sinistri" non possono capire quanto lei sia stato importante per la destra italiana. Sinceramente devo dichiararle tutta la mia delusione, in questo momento buio per il paese. Oggi sono arrivato al punto di vergognarmi del mio partito e del mio presidente del Consiglio. Dopo lo "strappo" da parte dei finiani sembra che questo governo sia entrato in una "paralisi totale", dal quale sembra sia destinato a non uscire. Da quest'estate si è solo sentito parlare di Case a Montecarlo, di Lodo Alfano, di scudo retro attivo, di minorenni e festini, di prostitute, di Bunga-Bunga...e la politica? e le riforme che questo governo aveva promesso agli italiani? dove sono? dov'è la riforma dell'Università che finalmente può mettere sotto scacco i baroni e far vigere logiche meritocratiche nei nostri atenei? vede, se io penso a quanto guadagna ogni parlamentare e al fallimento del tentativo dell'On.Donadi dell'IDV di diminuire gli stratosferici stipendi dei parlamentari, alla mancata abolizione delle province (per colpa della Lega) e contemporaneamente penso al ministro Tremonti che mi dice che non ci sono i soldi per attuare questa benedetta riforma dell'Università, può comprendere che mi girano i c...

Sono pienamente consapevole che la sinistra non le ha reso vita facile, ha tentato di "metterla sotto" in tutti i modi possibili e immaginabili (ovviamente non con un programma politico concreto, come farebbe ogni altra opposizione europea o mondiale. ed è forse questa incapacità politica della sinistra italiana il perchè lei è ancora al governo e sono pronto a scommettere che se si andasse alle elezioni, la spunterebbe nuovamente lei). Ha tentato di screditarla con tranelli meschini, quasi come gli Intoccabili che non riescono a incastrare Al Capone, e allora le provano tutte finchè non esce fuori l'evasione fiscale. Il Lodo Alfano, diciamolo, è una porcata! o come direbbe Casini "un'anomalia tutta italiana, ma indispensabile" per difendere la sovranità popolare. Ma sono 2 anni che si sente parlare solo di Lodo Alfano, tanto vale che il tempo che perde appresso alle leggi ad personam lo passi in tribunale per farsi processare, se non ha niente da temere, e spero che sia così. Sempre tempo perso è. Sarebbe bello che nel PDL si usassero criteri meritocratici per l'assegnazione di posti in parlamento. Ci sono tantissimi giovani militanti che meriterebbero un posto di primo piano nella politica italiana, al posto dei vari Barbareschi (ora con Fli), giovani ragazzine narcotrafficanti, avvocati, dentisti, amici di amici e puttanelle varie. Sarebbe bello che i condannati per mafia fossero cacciati via a calci dal partito e non vedere quel triste teatrino di solidarietà al quale abbiamo assistito quest'ultimo anno. E non possiamo sempre dormire sugli allori, usando sempre la solita famosa frase "questo è stato il governo che ha ottenuto più risultati contro la malavita organizzata, bla bla bla", non c'è dubbio, ma risultati del genere non si ottengono eliminando le intercettazioni telefoniche (grazie alle quali sono stati messi dentro gran parte di questi malavitosi)! Non si ottengono tagliando i fondi alle forze dell'ordine! Non si ottengono mandando in prescrizione i processi! E poi parliamoci chiaro, quello del diritto alla privacy è una gran puttanata!! Grandi risultati contro la malavita li ha ottenuti la magistratura, li hanno ottenuti Falcone e Borsellino, e lei si scaglia contro tutta la magistratura (che sicuramente è in parte politicizzata e influenzata da logiche partitiche), addirittura chiedendo una commissione d'inchiesta sui magistrati. Sinceramente quello che fa lei nella sua vita privata mi interessa poco o nulla, lei può portarsi a letto tutte le donne che vuole, magari non minorenni marocchine accusate di furto, magari non in un momento in cui il paese va a puttane (per solidarietà) e non solo per colpa sua. Ma preferirei che la scorta, che noi cittadini paghiamo, non serva a scortare le "puttanelle" che lei si porta a Palazzo Grazioli e a Villa Certosa, ma per svolgere il proprio lavoro. Sarebbe bello Presidente, se riuscisse a dribblarsi da quei trogloditi della Lega, dato che come ha detto lei il PDL è il primo partito d'Italia e la Lega non ha i numeri per contrastare il partito di governo, non penso sia un problema liberarsi di un cancro letale per il bene del paese, per colpa del quale non sono state mantenute parecchie promesse. Ancora una volta sono daccordo con lei quando dice " meglio essere appassionati alle belle ragazze che gay", è una sua opinione. Però lei è sempre il Presidente degli italiani e non può permettersi di dire cose del genere pubblicamente, sia più furbo.

Detto ciò mi spiace ammettere che il presidente della Camera ha ragione quando dice "il PDL è finito". Il PDL non c'è più, è paralizzato, c'è un governo che ha dichiarato la "morte cerebrale", distrutto dai suoi stessi leader, quei leader che ci avevano convinti che il PDL potesse essere un "Grande Sogno" per la destra italiana e per gli italiani in generale. Fortunatamente appartengo ad una comunità militante di cui vado pienamente fiero, degna di rappresentare la futura destra italiana. Lasciamo un pò di spazio ai giovani e mandiamo in pensione i vecchietti attaccati alle poltrone.

Quanto a me non posso che dispiacermi. Anch'io ero stato convinto che questo PDL potesse aprire una grande stagione di vera destra italiana, perchè le menti ci sono, abbiamo ministri\e con le "palle", ci sono grandissime personalità nel PDL, solo gli è stato dato poco spazio. Ormai non posso che sperare che questo governo del "non fare" cada presto e si vada a elezioni immediate. Il tempo delle battute è finito, ora vogliamo i fatti. E' finito il tempo di Berlusconi presidente. Se dovessimo andare a elezioni, mi dispiace, ma non avrà più il mio voto. Non è più una questione di destra e sinistra, non più di ideali, c'è il bene della nazione in gioco. Qualsiasi voto darò, sarà però un voto forzato, non voluto. E' stato bello finchè è durato.

Con grande rincrescimento

Cordiali Saluti

martedì 29 giugno 2010

I giovani di destra: Dell'Utri vattene!

Tratto da Repubblica.it

Passano pochi minuti dalla condanna a sette anni di carcere 1 del co-fondatore di Forza Italia Marcello Dell'Utri e una nota della Giovane Italia Sicilia (ex Azione Giovani, movimento giovanile del Pdl) apre una polemica all'interno del partito del Cavaliere. Se i big del partito si schierano compattamente con il senatore condannato, i giovani siciliani e Azione Universitaria puntano i piedi. Uscendo dal coro. "Oggi più che mai sentiamo l'esigenza di avviare una profonda riflessione all'interno del partito dopo questa condanna che rimane gravissima soprattutto per un uomo impegnato in politica - si legge in una nota della Giovane Italia Sicilia - Non ci uniremo al solito coro di solidarietà già tristemente visto negli anni scorsi per i politici condannati. Il nostro movimento giovanile non può rimanere in silenzio davanti a fatti che minano la credibilità di un intero partito".

Ma non basta. Per i giovani siciliani va subito accolta la proposta del ministro Giorgia Meloni (ex An) "sulla introduzione nello statuto del Pdl di una norma che preveda il no alla ricandidatura vita natural durante e l'espulsione per chi è stato condannato in via definitiva per corruzione e mafia".

Parole che scatenano l'irata reazione di Costanza Castello, coordinatrice dei club giovanili del Pdl-Sicilia: "Siamo letteralmente allibiti per l'uscita quanto meno impropria dei 'sedicenti' giovani del Pdl siciliano. Noi che rappresentiamo la parte evidentemente liberale e garantista ne prendiamo nettamente le distanze". Per la Castello quelli di Giovani Italia Sicilia sono solo "arrogantelli cercatori di gloria, votati al protagonismo".

Ma da Azione Universitaria, altra organizzazione giovanile ex An, arriva un nuovo affondo: "Mentre Dell'Utri continua a definire un eroe il mafioso Vittorio Mangano, noi affermiamo con orgoglio che gli eroi dei giovani siciliani sono persone come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino".

mercoledì 16 giugno 2010

Destra anti DDL intercettazioni

Chiedendo scusa per la prolungata assenza di aggiornamenti dovuta alla preparazione della mia tesi di laurea, vorrei dare la mia opinione riguardo al decreto sulle intercettazioni voluto dal governo.
Non voglio elencare tutti i motivi per i quali reputo sbagliato e dannoso questo provvedimento, sono ben cosciente di avere il 90% dei lettori di sinistra e sono sicuro che tutti conoscete meglio di me i danni che questo decreto causerà al sistema giudiziario e all'ordine pubblico italiano, nonchè il danno a livello di immagine che il nostro paese ha nei confronti del mondo per il suo essere un paese moderno ed occidentale con un tasso di democrazia degno della brutale Corea del Nord.
Sò benissimo che non sto scrivendo altro che banalità, però mi importa soltanto del fatto che si sappia il mio prendere le distanze da questa autentica porcata del governo perchè ho sempre ritenuto giusto pensare con la propria testa e non per parte politica, e in questo caso non esito un attimo a dire che il governo ha commesso un grave errore.
Nella mia personale visione politica c'è un'Italia orgogliosa delle proprie origini e dei propri valori, tuttavia moderna e liberale, dove vengano rispettate le principali libertà dei cittadini i quali devono essere informati correttamente sulle porcate che avvengono intorno a loro e governati da persone al di sopra di ogni sospetto che governino per il bene comune e non per il loro tornaconto, e sapete meglio di me che questa legge non è certo fatta nell'interesse dei cittadini... o perlomeno non di tutti...


lunedì 17 maggio 2010

Pacifismo di destra

Altro sangue italiano scorre per il terreno improduttivo e sassoso dell'Afghanistan: due alpini italiani della Brigata Taurinense sono stati uccisi ed altri sono rimasti feriti nell'esplosione di un ordigno rudimentale di quelli frequentemente usati in quelle zone per gli attacchi contro le forze alleate. Tra i soldati feriti sembra ci sia anche una donna.
Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha subito espresso cordoglio alle famiglie dei soldati ma al tempo stesso ha ribadito che che la missione militare in Afghanistan resta fondamentale per la stabilità e la pacificazione di un area strategica.
A riguardo è intervenuto anche il ministro per la semplificazione Roberto Calderoli, il quale al contrario del premier si è detto diffidente sulla missione in Afghanistan e che bisogna verificare che i sacrifici di vite umane servano realmente ad ottenere qualcosa.
Personalmente sono d'accordo con le parole del ministro, e chi mi conosce sa bene che concordare con un leghista è per me un evento decisamente raro, perchè trovo giusto che dopo 25 soldati italiani morti dall'inizio di questa guerra sia arrivato il momento di riflettere sul ritiro delle nostre truppe da quelle terre.
Non voglio fare un discorso pacifista sullo stile dei figli dei fiori o dei loro eredi (o presunti tali visto che gli hippy non indossavano i foulard dei guerriglieri palestinesi), essendo di destra sono rispettoso al massimo delle nostre truppe e del loro lavoro nelle zone "calde" del mondo, però sono dell'idea che il sangue italiano non debba essere sprecato per paesi e popoli che non se lo meritano!
Parliamoci chiaro, cosa ce ne torna a noi se l'Agfhanistan diventasse una democrazia? Se tutto è basato sulla guerra al terrorismo, non sarebbe meglio rafforzare e coordinare al meglio il lavoro dei servizi segreti internazionali e al contempo creare iniziative volte a sviluppare quei paesi, in modo da sottrarre i loro abitanti alla fame e all'ignoranza che li rendono facilmente influenzabili dal fanatismo e da chi lo predica?
Ormai è evidente: gli afghani non ci vogliono ed è chiaro che stavano tanto bene con quel regime islamico il quale oltre a limitare fortemente le libertà individuali dell'individuo non faceva nulla per un rilancio sociale ed economico di un paese da sempre martoriato da guerre, di conseguenza sarebbe giusto secondo me far partire le nostre truppe, schierarle nelle zone (e come ben sapete non sono poche) italiane comandate dalla criminalità e abbandonare a se stessi questi popoli che non hanno niente da spartire con la nostra storia, con la nostra cultura e coi nostri concetti di pace, democrazia e quieto vivere!
Il sangue italiano può essere sacrificato solo nell'interesse dell'Italia e degli italiani, ma in questo caso non è affatto così!


giovedì 29 aprile 2010

In memoria di Sergio Ramelli



Sergio Ramelli (Milano, 6 luglio 1956 - Milano, 29 aprile 1975) giovane studente milanese simpatizzante del Fronte della Gioventù, è una delle più famose vittime delle violenze degli anni di piombo.
Proveniente da una modesta famiglia (il padre era barista in un bar milanese), Sergio era un normalissimo ragazzo, appassionato di calcio e membro della squadra di calcio del quartiere.
Frequentava con profitto l'Istituto Tecnico Molinari di Milano, e, sino all'ultimo anno, aveva avuto ottimi rapporti con i compagni di classe, tanto da venir punito per aver passato alcuni compiti.
All'inizio degli anni '70 all'Istituto Molinari, così come in molti istituti milanesi ed italiani in generale, la normale vita studentesca era pesantemente condizionata dalla presenza di gruppi della sinistra extraparlamentare nati all'indomani della protesta studentesca del '68.
In particolare all'Istituto Molinari aveva assoluta egemonia politica e numerica Avanguardia Operaia, organizzazione studentesca della sinistra extra-parlamentare, che aveva instaurato un clima di costante prevaricazione all'interno della scuola.
Sergio Ramelli, forse in reazione al clima di terrore instaurato nell'istituto, inizia ad avvicinarsi politicamente alla destra e si iscrive al Fronte della Gioventù, organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano.
Il suo orientamento politico divenne noto ll'inizio del quinto anno, quando il professore di lettere, prima di assentarsi dall'aula, assegnò alla classe di Sergio lo svolgimento di un tema libero: Ramelli decise di svolgere il tema sulle Brigate Rosse. I capi di Avanguardia Operaia bloccarono lo studente incaricato di consegnare i compiti al professore e, dopo essersi fatti consegnare con la forza il tema di Ramelli, lo affissero alla bacheca della scuola.
A tale episodio seguì, durante un'assemblea, una sorta di "processo politico" in cui Ramelli venne "condannato" a lasciare l'Istituto Molinari: da questo momento si scatenò una vera e propria persecuzione ai danni di Sergio Ramelli, con insulti e minacce quotidiane.
Il 13 gennaio 1975 Ramelli fu circondato in strada da 80 studenti e costretto a cancellare con della vernice delle scritte inneggianti l'MSI apparse sul muro esterno del Molinari; sempre nello stesso mese Luigi Ramelli, il fratello poco più grande di Sergio, fu aggredito da 2 giovani armati di chiavi inglesi che probabilmente lo avevano scambiato per Sergio.
In seguito a questi avvenimenti i genitori di Sergio decisero di trasferirlo dall'Istituto Molinari ad un istituto privato: il 3 febbraio 1975 Sergio si recò con il padre nella presidenza del Molinari per richiedere il nulla osta al trasferimento. Gli studenti di Avanguardia Operaria si disposero in due file lungo il corridoio che portava della presidenza e, una volta uscito Sergio, lo assalirono con calci a pugni fino allo svenimento e malmenando anche il padre ed il preside che lo scortavano.
Oltre che all'Istituto Molinari e in altre scuole superiori, Avanguardia Operaia era presente in buon numero anche all'interno delle facoltà dell'Università degli Studi di Milano: inoltre proprio all'interno dell'università tale gruppo esprimeva il suo massimo livello di organizzazione con la suddivisione in gruppi aventi diverse finalità.
Fra tali sottogruppi di Avanguardia Operaia si distinse il cosidetto "Servizio d'Ordine", un vero e proprio gruppo armato che, come si evinse dal processo Ramelli e da altri processi similari, dietro la bandiera dell'"antifascismo militante" si produssero in intimidazioni, pestaggi, lesioni di varia gravità ai danni di esponenti e semplici militanti della destra milanese, in scontri con le forze dell'ordine, nonchè in assalti, devastazioni ed incendi a sedi dell' MSI e a bar e a ristoranti ritenuti luoghi di ritrovo di persone di destra.
« Sergio andava a fare la spesa o scendeva in un bar qui vicino, poi tornava a casa all'una esatta per il pranzo.Fu proprio questa sua abitudine, la puntualità nel tornare a casa, a perderlo »
(Anita Pozzoli Ramelli, madre di Sergio)
Verso la fine del febbraio 1975, Roberto Grassi, universitario ex studente del Molinari e personaggio influente all'interno del "Servizio d'Ordine" di Avanguardia Operaia, iniziò a parlare di una azione punitiva ai danni di Ramelli con Marco Costa, nuovo leader della squadra del Servizio d'Ordine presso la Facoltà di Medicina.
In una successiva riunione, Grassi e Costa comunicarono al resto della squadra di Medicina l'assegnazione del compito di picchiare Ramelli: a tale scopo il Grassi, poichè nessuno della squadra conosceva Ramelli, consegnò loro una foto "segnaletica" di Sergio, scattata durante l'episodio della cancellazione delle scritte.
Il compito di eseguire gli appostamenti, per scoprire le abitudini di Sergio Ramelli e indicare al resto del gruppo dove e quando colpire, fu affidato a Brunella Colombelli.
Il 13 Marzo 1975 in gruppo si riunì in via Celoria per prepararsi alla spedizione. A tale incontro parteciparono:
• Roberto Grassi con il compito di fornire e distribuire chiavi inglesi e sbarre di ferro al resto del gruppo.
• Marco Costa e Giuseppe Ferrari Bravo, con il compito di aggredire materialmente Ramelli sprangandolo con le chiavi inglesi.
• Franco Castelli, Luigi Montinari, Claudio Scazza, Gianmaria Costantino, Claudio Colosio,e Antonio Belpiede con il compito di presidiare gli incroci del tratto di strada dove verrà aggredito Ramelli, evitare eventuali fughe del Ramelli e impedire un eventuale soccorso da parte di altri militanti di destra e/o passanti.
Successivamente il gruppo si recò nei pressi dell'abitazione di Ramelli.
Verso le 13, come era solito fare, Sergio rientrò, parcheggiò il motorino in una via attigua alla propria abitazione e si diresse verso casa.
Costa e Ferrari Bravo si lanciarono verso il Ramelli ed incominciarono a menare forti colpi al viso e alla testa con le chiavi inglesi precedentemente ricevute dal Grassi. Forse, ma il successivo processo non riuscì a chiarirlo, a loro si aggiunse anche il Costantino.
Il pestaggio durò alcuni istanti, dopodichè il gruppo di Avanguardia Operaia scappò, vanamente inseguito da un passante che aveva assistito alla scena; si diressero verso le aule occupate dell'Università ove ripulirono le chiavi inglesi e i vestiti dal sangue di Ramelli.
Sergio, esanime in una pozza di sangue con materia grigia fuoriuscente dal cranio, venne soccorso dalla portinaia del suo stabile, richiamata dal trambusto dell'aggressione; in seguito venne trasportato in ambulanza al Policlinico di Milano.
Giunto all'ospedale in condizioni critiche, Ramelli fu sottoposto ad un intervento chirurgico della durata di 5 ore: nonostante l'operazione le condizioni di Sergio rimaawro gravi e, vista l'entià delle lesioni, i medici affermarono che anche se si fosse ripreso, sarebbe rimasto comunque muto.
All'operazione seguirono 47 giorni in cui Ramelli lottò fra la vita e la morte, alternando lunghe fasi di incoscienza a brevi momenti di lucidità.
Proprio in seguito ad uno di questi momenti di lucidità sui quotidiani si sparse la voce, falsa, che il Ramelli avesse fatto i nomi dei suoi aggressori: lo stesso giorno un gruppo di studenti di estrema sinistra si appostò sotto casa dei Ramelli e aggredì Luigi, intimandogli di lasciare entro 48 ore la città "altrimenti farai la fine di tuo fratello!"
Il 28 aprile un corteo sempre di studenti di estrema sinistra si avviò verso l'abitazione dei Ramelli e, ivi giunto, coprì i muri esterni con scritte e manifesti carichi di insulti e minacce.
Verso le ore 10 del 29 aprile Sergio Ramelli morì per complicanze respiratorie dovute alla lunga degenza.
« Non è questa l'Italia per cui ho combatutto! Questa non è un'Italia nè libera, nè democratica!»
(Fratel Bertrando, prete ex partigiano nei Volontari della Libertà, protesta contro il divieto della polizia di far eseguire i funerali di Ramelli in forma pubblica.)
L'avvocato della Famiglia Ramelli durante tutti i gradi del processo fu Ignazio La Russa.
Giovanni Leone, Presidente della Repubblica in carica, inviò una corona di fiori al funerale di Sergio Ramelli.
Per chi volesse approfondire la storia di Sergio consiglio:
- 1995 - Giorgio Melitton - "Per memoria di Sergio Ramelli"
- 2001 - Giraudo Guido - "Sergio Ramelli. Una storia che fa ancora paura"
- 2001 - Indro Montanelli, Mario Cervi - "L'Italia degli anni di piombo"
- 2006 - Luca Telese - "Cuori Neri.Dal rogo di Primavalle alla morte di Ramelli"
PER NON DIMENTICARE LA STORIA DI SERGIO, PER RICORDARE UN PERIODO IN CUI NEL NOSTRO PAESE SI POTEVA MORIRE PER LE PROPRIE IDEE. PER CONDANNARE LA VIOLENZA, SEMPRE E COMUNQUE, QUALSIASI COLORE INDOSSI.

venerdì 23 aprile 2010

Io sto con Fini

Sarò breve e chiaro. Nella guerrà interna che in questi giorni sta lacerando il Popolo della Libertà, prinicipale partito nazionale che io voto, sostengo e nel quale milito, io sto dalla parte di Gianfranco Fini.
Sto con Fini perchè sono stanco di un partito dove decida tutto una sola persona, dove tutto è stabilito dall'alto, dove l'elettorato e la militanza non sono coinvolti ma considerati unicamente come un serbatoio di voti, dove chi non è d'accordo col grande capo viene cacciato in pochi istanti (dopo un lungo e brutale attacco mediatico da parte dei giornali e le televisioni di proprietà di Berlusconi), dove tutto il suo programma politico è incentrato sui problemi del suo leader e non su quelli del popolo italiano!
Reputo assurdo che il principale partito nazionale abbia un agenda politica dettata dal sempre più ingombrante alleato della Lega, che obbedisca a tutto quello che i signori in camicia verde ordinano, anche nelle circostanze più becere dove ci sono di mezzo bambini da nutrire (Adro) o da seppellire nei cimiteri (Udine), oppure quando si vuole far si che i medici denuncino i clandestini che si recano da loro per curarsi togliendo così il diritto alla salute che deve essere riconosciuto a qualsiasi essere umano! In queste ultime settimane sono arrivati addirittura a chiedere il sindaco di Milano e la candidatura del premier alle elezioni politiche del 2013 e questo è inaccettabile! Fini ha detto che non possiamo sottostare continuamente alla Lega, non dobbiamo farci sorpassare da loro su quelle battaglie che hanno sempre caratterizzato l'azione politica della destra come la sicurezza delle nostre città e la salvaguardia della nostra cultura nazionale, il PDL non parla più di queste cose da secoli ed è anche grazie a questo che la Lega ci ha rosicchiato sempre più voti fino a scavalcarci al nord... tanto ormai parliamo solo di Berlusconi e di come risolvere i suoi problemi!
Sto con Fini perchè voglio un partito pluralista, dove si affrontino i problemi del paese, dove si lavori per la gente, dove si cerchi e si offra all'elettorato un modello alternativo alla Lega la quale deve essere condiderata un alleato con cui cooperare con un programma comune e non come il nostro padrone, da contrastare se necessario nelle sue (frequenti) crociate populiste e totalmente senza senso! Sto con Fini perchè condivido il progetto di una destra moderna, pulita, onesta ed europea!
I suoi strappi col passato sono stati bocconi amari anche per me, però sinceramente allo stato attuale non vedo nessuno al di fuori di lui che possa gestire il partito in maniera alternativa a Berlusconi e alla sua concezione troppo cesaristica del potere, e sinceramente non sarebbe nemmeno una brutta cosa se rivalutasse il suo passato o almeno parte di esso perchè purtroppo nei confronti di noi militanti, la figura del traditore l'ha fatta da molto tempo!


giovedì 22 aprile 2010

sabato 17 aprile 2010

Confini di Marco Travaglio

Pur nella sfiga generale, gli elettori di centrodestra sono un filo meno sfigati di quelli di centrosinistra. Chi ama Berlusconi se lo tiene. Chi non lo ama vota Bossi. Chi non ama né Berlusconi né Bossi spera in Fini. Chi non ama né Berlusconi, né Bossi, né Fini, spera in Casini. In mancanza di un’alternativa credibile, il centrodestra s’è dato una struttura che contiene in sé un’ampia gamma di opzioni possibili: quella plebiscitaria, quella federal-separatista-xenofoba, quella nazional-repubblicana, quella gatto anzi cattopardesca. Dall’altra parte invece soltanto un campo di Agramante dove, per non scontentare nessuna identità, non c’è più alcuna identità. A parte quella di Di Pietro, che però stenta a uscire dall’orticello dell’Idv per parlare a tutto il centrosinistra. Tant’è che molti, nel centrosinistra, si son ridotti a sperare in Fini. Il quale, intendiamoci, è e resta una speranza. Per diventare o ridiventare una democrazia, l’Italia ha bisogno come del pane di un centrodestra normale, che faccia politica e non affari o reati, e Fini gli somiglia parecchio. Chissà che, mollando gli ormeggi da Arcore, non aiuti la nascita di un centrosinistra normale. Senza più Berlusconi a tenerlo in vita artificialmente, quel carrello di bolliti che è il Politburo del Pd potrebbe finalmente estinguersi e fare spazio a qualcosa di meno fossile. Hanno però ragione Flores d’Arcais e Galli della Loggia quando imputano a Fini di non aver ancora esplicitato chiaramente in che cosa consiste la sua Destra. Col rischio di prestare il fianco ai manganelli mediatici del Caimano, già da mesi impegnati a dipingerlo come un traditore succube delle “sinistre” e animato da sete di potere. Si tratta di calunnie, ovvio, ma nel regime mediatico non conta ciò che è vero. Conta ciò che “passa” dai media all’opinione pubblica. E i media sappiamo in che mani sono. Finora Fini s’è smarcato da Berlusconi su questioni cruciali e sacrosante, ma poco sentite dagli elettori di destra: fecondazione assistita, diritti degli immigrati e dei “diversi”, laicità, difesa delle istituzioni e della Costituzione. Sulle due ragioni sociali della politica berlusconiana – guerra alla libera informazione e alla magistratura indipendente – ha detto cose giuste, ma troppo balbettate. Soprattutto in occasione delle leggi vergogna, contestate a mezza bocca ma poi sempre votate. Sappiamo bene che non dipende da questioni ideali o programmatiche la fuga di molti (ex?) finiani da Fini nel momento del divorzio da B.: chi sta col padrone d’Italia ha soldi facili, poltrone a volontà, comparsate televisive e soffietti sulla stampa amica (cioè quasi tutta). Ma se Fini uscisse allo scoperto sventolando le bandiere della libera informazione e della legalità contro mafie, corruzione ed evasione fiscale potrebbe attrarre, o almeno far riflettere, molti elettori di centrodestra e, di riflesso, molti eletti. Le questioni sono caldissime. La critica ai cordoni stretti di Tremonti sarebbe più efficace se unita a un grande piano contro corrotti ed evasori, che consentirebbe di recuperare enormi risorse da destinare alle vittime della crisi (chi ha perso il lavoro e chi paga troppe tasse al posto di chi non le paga). Un codice etico per i partiti e i politici, che faccia finalmente piazza pulita dei condannati e dei compromessi (ieri il pg di Palermo ha chiesto 11 anni di carcere in appello contro Dell’Utri per mafia), rinverdirebbe la nobile tradizione della destra legalitaria in cui si riconobbero, in anni lontani, Ambrosoli e Borsellino. L’altro giorno Fini ha chiamato Gino Strada per parlare dei tre volontari arrestati-rapiti dalla polizia segreta di Kabul. La difesa dei “nostri ragazzi” impegnati sui fronti di guerra non può limitarsi al saluto militare. Visto che il governo traccheggia, il presidente della Camera potrebbe raccogliere l’idea semplice e chiara di Di Pietro: o il presidente fantoccio di Karzai ci restituisce subito i nostri connazionali, oppure le nostre truppe lasciano l’Afghanistan. L’orgoglio nazionale si difende anche così. Da destra.

Fonte articolo 'Il Fatto Quotidiano'


domenica 11 aprile 2010

Grazie Dio di avermi fatto della Lazio

Tratto da: www.lalazioinrete.com

In giornate come queste mi sento ancora più fiero di essere Laziale. Il telefonino non smette di vibrare, perennemente illuminato da una valanga di messaggi di pseudo tifosi della Roma che fino a due settimane fa probabilmente non sapevano neanche cosa fosse il gioco del calcio. Per strada le borate che si vedono hanno un qualcosa di divertente. Leggo gli sms che mi arrivano, guardo dalla finestra queste scene tristi, eppure perdonatemi ma non riesco ad essere arrabbiato. Mi rode per la situazione. Vorrei una Lazio diversa, vorrei una Lazio più grande, vorrei una Lazio in grado di farmi vibrare il cuore per qualcosa di più importante rispetto ad uno scontro salvezza vinto alla grande in quel di Bologna. Vorrei una Lazio con un altro presidente, vorrei una Lazio in grado di farmi guardare al futuro con ottimismo e non con amarezza, vorrei una Lazio in grado di farmi tornare a sognare e non a pensare che l'anno prossimo sarà probabilmente come questo se non peggio.

Ma guardando loro invece di provare rabbia materializzo sul mio viso l'ombra di un sorriso. Un ghigno beffardo, quasi divertito. Sì, in giornate come questa ringrazio ancor di più mio Padre, il destino e Dio per avermi fatto scegliere questi colori. Per avermi fatto abbracciare un ideale. Per avermi fatto diverso. Non so se migliore o peggiore, semplicemente diverso. Noi siamo un'altra cosa, noi siamo un popolo che c'è stato c'è e ci sarà sempre, in Serie B con nove punti di penalizzazione o nel Principato di Monaco davanti al Manchester degli invicibili. Noi siamo noi. Noi siamo i Laziali. Personaggi strani, quasi incomprensibili per chi non fa parte della nostra stirpe. Noi abbiamo vinto nel 1900, quando nove ragazzi hanno dato vita al nostro sogno. Abbiamo trionfato nel 1927, quando grazie all'operato di un grande uomo siamo rimasti in piedi, soli contro tutti, per dire no ad una fusione che invece ha dato vita, a tavolino, alla seconda squadra di Roma. Noi, più in generale, abbiamo vinto nel giorno in cui abbiamo scelto di abbracciare un ideale per non seguire la moda, di essere esemplari rari per camminare da soli, o in buona compagnia, a testa alta guardando con distacco e da lontano il gregge "cesaronico" che da un'ottantina d'anni è comparso nella città di Roma.

Noi siamo Laziali, noi siamo altra gente. Non abbiamo bruchi sul cruscotto da mettere o levare a seconda dei risultati, ma un carattere diverso e due coglioni grossi così, perchè sarebbe stato facile andare dietro alla massa e dicedere di diventare come tutti gli altri. Noi no. Io godevo a scuola quando ero in minoranza. E se il "dibattito" non era almeno uno contro tre nemmeno mi divertivo. E sono convinto che per te vale lo stesso, perchè se sei arrivato a leggere fino a questo punto hai capito benissimo quello che ti voglio dire. Li guardo sorridendo oggi, li guarderò dall'alto in basso anche domenica sera. Hanno una squadra più forte, possono vincere lo scudetto. Non importa. Io ho vinto dalla nascita, noi abbiamo vinto dalla nascita, e basta guardarli festeggiare stasera per rendersene conto. Testa alta e sguardo fiero. Oggi più che mai orgoglioso di essere Laziale. Testa alta e sguardo fiero. Oggi più che mai orgoglioso di non essere come loro.


giovedì 8 aprile 2010

Legittimo Impedimento: un grave errore!

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha promulgato il disegno di legge sul legittimo impedimento il quale prevede uno scudo processuale di 18 mesi per il Presidente del Consiglio e i suoi ministri. Il provvedimento, approvato in via definitiva dal Senato il 10 marzo scorso, entra in vigore con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Ovviamente sono soddisfatti governo e maggioranza per la firma del capo dello Stato. Durante l'ufficio di presidenza del Pdl, il presidente Silvio Berlusconi ha voluto ringraziare Napolitano dicendo : "ora avremo tre anni per governare in modo sereno", mentre il ministro Gianfranco Rotondi ha commentato che "Il legittimo impedimento è un atto di giustizia e non di protervia politica".
Altrettanto scontata la violenta reazione contraria del leader dell'IDV Antonio Di Pietro il quale ha lanciato l'idea di un referendum abrogativo per questa legge che a suo parere limita l'ugualianza dei cittadini di fronte alla legge, mentre la reazione del PD è stata decisamente più moderata nei confronti del Capo dello Stato ma altrettanto decisa nei confronti della legge: il partito infatti ha da una parte espresso pieno rispetto per la decisione del Presidente Napolitano ma per bocca del senatore Giuseppe Lumia, responsabile giustizia del PD, ha definito questa legge l'ennesimo provvedimento che prova come il governo e la maggioranza si muovano non nell`interesse degli italiani e delle istituzioni ma solo per difendere il premier dai processi.
Secondo la mia personale opinione, questa legge è stata un grave errore da parte del governo, perchè a parer mio limita eccessivamente l'ugualianza dei cittadini di fronte alla legge rendendo il Presidente del Consiglio e i suoi ministri una specie di "casta nella casta" composta da un insieme di superuomini liberi di agire come vogliono e senza dover tenere conto a nessuno delle loro azioni, anche se sbagliate.
Il mio commento non è particolarmente fantasioso, lo ammetto, ma queste poche parole semplici ed efficaci rendono abbastanza chiara l'idea che non solo io ma molti cittadini italiani eprimono già da ora ed esprimeranno a breve su questa legge, ed aggiungo che mi tocca in parte concordare col le parole del senatore Lumia perchè sono stanco che il governo nazionale da me votato e sostenuto continui a pensare a provvedimenti che riguardano direttamente la fiducia del Presidente Silvio Berlusconi e che sono parecchio distanti dalle esigenze dei cittadini vittime della crisi e che non aspettano altro che chi dovrebbe aiutarli lo faccia veramente e in maniera efficace!
Ritengo che se un uomo di Stato reputa che i suoi guai giudiziari possono essere d'intralcio nel suo lavoro governativo, egli non debba accantonare i processi bensì lasciare i suoi incarichi di rappresentanza (magari a persone che problemi con la legge non ne hanno) e mettersi nelle mani della legge e dei giudici i quali stabiliranno la sua colpevolezza o la sua innocenza... NON IL CONTRARIO! Ho detto un'altra banalità? Beh, vi sfido a dire che sbaglio a dire certe cose!


martedì 30 marzo 2010

Vince Berlusconi, vince Bossi, ma sopratutto vince la destra

Queste elezioni regionali sono state un autentico trionfo per la coalizione di centrodestra, la quale oltre a riconfermarsi con un autentico plebiscito in Lombardia e Veneto, ha conquistato regioni da anni sotto l'amministrazione di centrosinistra come la Calabria, la Campania e il Piemonte e si è ripresa il Lazio dopo 5 anni di governo Marrazzo grazie alla brillante candidatura di Renata Polverini.
La prima cosa che salta all'occhio è la definitiva consacrazione della Lega come primo partito del nord, fattore che nelle ultime ore sta dando modo agli sconsolati della sinistra di poter tentare di intaccare le gioie dell'elettorato di destra sostenendo che c'è poco che da star contenti per il fatto che il principale partito di governo sia ormai ostaggio di un così scomodo ed ingombrante avversario.
Purtroppo tali soggetti fanno finta di non vedere che queste elezioni non sono altro che un premio a tutta la coalizione di governo, perchè se è vero che la grande affermazione del Lombardo-Veneto e la conquista del Piemonte sono avvenute grazie al pieno di voti portati dalle camicie verdi, nelle 4 regioni conquistate al centrosud precedentemente elencate non si può certo parlare di Lega Nord! Se davvero questo successo fosse unicamente da imputare al partito di Bossi non so propio in che modo può essere stata conquistata la regione della Capitale d'Italia, della capitale dei terroni (pero che tutti colgano l'ironia di questa mia affermazione essendo io stesso di origini meridionali) e della punta dello stivale!
Immagino che molte persone che negli ultimi giorni sono state portare agli onori della cronaca stiano rodendo non poco: sto parlando per esempio della compagnia di Michele Santoro la quale pochi giorni fa attraverso la trasmissione-manifestazione Raiperunanotte ha tentato in extremis di spostare il vento dell'elettorato politico ponendosi come vittime di un regime il quale non deve essere assolutamente foraggiato dando il voto al centrodestra... come si faccia a dare il voto a qualcuno durante un regime dittatoriale ancora devono spiegarcelo.
Purtoppo questa gente ha commesso il grave errore di considerare centrodestra solo ciò che riguarda Berlusconi ed Umberto Bossi, nessuno si è ricordato (o nessuno si è voluto ricordare) che nel centrodestra ci siamo anche noi ex AN i quali abbiamo portato la Polverini alla conquista del Lazio e Scopellitti alla conquista della Calabria e non possiamo dimenticare che qui in provincia di Vicenza, nonostante l'onda anomala verde, siamo riusciti a confermare in consiglio regionale l'ex assessore all'istruzione Elena Donazzan con fagotto gonfio di 22131 voti! Stiamo parlando di quella VERA destra fatta di militanza, idee, progetti, valori, politica di strada tra la gente con volantinaggi e attacchinaggi anche sotto la neve, molto al di fuori dei concetti di ignoranza, razzismo, leggi ad personam e di lobotomia mediatica tanto cari ai "santorini" fermamente convinti che il centrodestra, TUTTO il centrodestra sia derivante e dipendente da tali fenomeni!
Parlando della crisi della sinistra, penso sia evidente l'eccessivo spezzettamento dei voti antiberlusconiani (il vero motore degli pseudo progressisti) tra un Partito Democratico in caduta libera, l'Italia dei Valori, la federazione della sinistra, sinistra e libertà e i Movimenti a 5 stelle di Beppe Grillo che hanno avuto una grande affermazione per esempio in Piemonte ed Emilia Romagna, successo del quale (a detta del Fatto Quotidiano) nessuno vuole parlare ma che ha contribuito decisamente alla disfatta delle armate rossoviola!
Infine verognoso l'atteggiamento dei soliti sinistri i quali nei social network cominciano a lagnarsi che non siamo in un paese normale, che siamo tutti stupidi, che guardiamo le televisioni di Silvio ecc... insomma... sempre la solita storia che sono ormai stufo di raccontare!


lunedì 29 marzo 2010

Raffaele Lombardo indagato per mafia... Dimissioni subito!

Secondo quanto riportato dal quotidiano La Repubblica, il Presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo risulta indagato per concorso esterno in associazione mafiosa nell'ambito di un'inchiesta nel quale sono coinvolti anche suo fratello Angelo deputato del Movimento per le Autonomie, il deputato regionale Udc Fausto Fagone e vari amministratori locali della provincia di Catania.
Alla base delle indagini ci sarebbero delle intercettazioni ambientali fatte dai carabinieri e dichiarazioni di un pentito. Nelle tremila pagine del rapporto ci sarebbero le prove dei rapporti dei fratelli Lombardo con il boss catanese Vincenzo Aiello indicato come uno dei capomafia più vicini al capo dei capi di Catania Benedetto Santapaola. Nelle intercettazioni compaiono dure critiche del boss nei confronti di Lombardo per avere voluto in giunta il magistrato antimafia Massimo Russo e Caterina Chinnici figlia di Rocco, capo dell'ufficio istruzione di Palermo ucciso dalla mafia nel 1983.
Adesso io non mi voglio mettere a dire che è tutto vero a prescindere, le indagini sono in corso e finchè non viene emessa sentenza definitiva nessuno può essere definito colpevole, ma personalmente gradirei le sue dimissioni sia perchè come ben sapete ci tengo molto all'onore della mia parte politica, dell'Italia e di una Sicilia infinitamente bisognosa di un governo pulito che la risollevi dai suoi problemi secolari, ma sopratutto per questo discorso fatto da Paolo Borsellino a Bassano del Grappa nel quale sostiene che un politico non basta che sia assolto da processi di mafia per assenza di prove o motivi particolari, bensì deve essere completamente al di sopra di ogni sospetto! A me potete pure dar torto, al giudice Borsellino no!


venerdì 26 marzo 2010

Raiperunanotte: messaggi pericolosi!

Ieri sera, spiazzando la quasi totalità dei miei conoscenti, ho deciso di seguire attraverso la diretta streaming la manifestazione indetta da Michele Santoro, la sua cricca e il sindacato dei giornalisti contro la censura imposta dalla Rai per la par condicio durante il periodo antecedente le elezioni regionali previste tra una settimana in gran parte delle regioni italiane a statuto ordinario.
Personalmente trovo superfluo dare un opinione sui motivi della manifestazione e sui contenuti in essa riportati, ho sempre portato avanti l'idea di un modello di destra alternativa al modello berlusconiano e fedele alla sua storia e dei suoi valori, aperta al dibattito politico e che ponga al centro della sua azione di governo gli interessi e il benessere del popolo italiano e non di pochi soggetti; in conclusione sono favorevole ad ogni manifestazione di democrazia partecipativa e alla libertà d'informazione (io stesso gestisco questo blog senza padroni) anche se trovo esagerate certe grida che ultimamente parlano di regime visto che non mi sembra che ci siano incarcerazioni di massa o condanne a morte!
Vorrei però porre l'accento su due momenti della trasmissione che mi hanno colpito particolarmente: l'intervento del regista Mario Monicelli e quello del comico Daniele Luttazzi. Partendo dal regista fiorentino, egli ha sostenuto che l'unica soluzione ai problemi dell'Italia è solo la rivoluzione, e in trasmissione questa teoria è stata portata avanti da Michele Santoro il quale è stato successivamente (e per fortuna) stoppato da Giovanni Floris! Venendo al comico romagnolo, alla fine del suo intervento divertente ma scurrile (non voglio polemizzare sulla moralità dell'intervento, non sono così bacchettone), ha riportato l'affermazione di un poeta o filosofo latino (ammetto la mia ignoranza riguardo la storia classica) in base alla quale odiare un mascalzone è cosa buona e giusta.
Chiaramente non voglio pensare che parlassero di un'insurrezione armata contro Berlusconi e il suo governo di centrodestra (anche se credo proprio che non gli dispiacerebbe) però ho dei seri dubbi su come certe persone possono cogliere messaggi contenenti termini forti come "odio" o "rivoluzione": immaginatevi una persona di indole violenta, arrogante, intollerante che mossa da tali messaggi si sia decisa a scagliarsi contro un sistema che reputa nemico e comincia a fare del male a persone che non centrano nulla con tutto questo... non trovate che sia un gioco pericoloso far leva su sensazioni forti per squotere le coscienze contro un avversario politico? Solitamente il connubio tra le parole "odio" e "rivoluzione" significa armi, sangue e morti; come si fa a non pensare che con la manifestazione di ieri non si sia rischiato di innescare un nuovo periodo di forte scontro sociale e politico?


giovedì 25 marzo 2010

Quel maledetto striscione...



Molta gente, durante la manifestazione del centrodestra convocata per sabato scorso in piazza San Giovanni a Roma, ha notato questo striscione esposto da alcuni ragazzi dove compaiono i fotomontaggi di Antonio Di Pietro, Emma Bonino e Paolo Borsellino raffigurati come "tarocchi" e di conseguenza indicati come figure contestabili del panorama politico italiano.
Benchè concordi nella dura polemica ad indirizzo di Di Pietro e la Bonino, da sempre fenomeni di odio ed intolleranza politica nei confronti di tutto il centrodestra, sono disgustato, sbigottito e frastornato per l'utilizzo dell'immagine del giudice Paolo Borsellino!
Non voglio perdermi in eccessivi giri di parole e di conseguenza userò un tono decisamente polemico e poco giornalistico per esporre la mia idea, ma io mi chiedo cosa cazzo sia passato per la testa di questi quattro rincoglioniti per scegliere come simbolo della cattiva gestione della giustizia italiana l'immagine di un eroe morto con onore per aver combattuto apertamente quel cancro da sempre radicato nel nostro paese e che rovina l'immagine e il buon nome della nostra Patria nel mondo!
Spero vivamente che questi ragazzi rivelino presto la loro identità e che chiedano scusa per questa scandalosa allegoria, perchè non posso tollerare che delle persone che magari siano cosi attive e solerti nel voler rivalutare l'immagine del delinquente Craxi siano così crudeli nello sputtanare un uomo buono, giusto, libero e dedito alla giustizia!
E queste scuse non le chiedo solo da italiano, ma ancha da militante di destra il quale vede il proprio universo politico rovinato da personaggi che dovrebbero essere compagni di lotta e di ideali ma che invece hanno contribuito a dare una cattiva idea del nobile mondo della militanza di destra fatto di ideali, valori, impegno personale, spirito di sacrificio e amore per la Patria; tutti valori che il giudice poneva alla base della sua azione tragicamente interrotta dalla sua morte.
Rispondetemi vi prego: perche noi della destra dovremo avere risentimento nei suoi confronti? Perchè non dovremo onorare la sua persona, la sua storia e il suo lavoro? Perchè non ci ricordiamo del suo passato missino che dovrebbe farci sentire tutti suoi figli?

lunedì 15 marzo 2010

Lettera di Marcello Veneziani a una contestatrice del popolo viola

Ecco il link pubblicato quest'oggi sul Giornale nel quale Marcello Veneziani scrive ad una donna del popolo viola che sabato l'ha insultato gridandogli che se sei di destra è automatico che sei un venduto, un servo, o se sei donna una lurida puttana! E meno male che siamo noi quelli che odiano!
Questi tra poco ci scanneranno come cani, questa è la verità!

QUELLA LADY VIOLA CHE SCAMBIA LE IDEE PER SERVITU'

giovedì 11 marzo 2010

Dalla parte di Ignazio La Russa

Ecco l'ormai popolare video nel quale si vede il Ministro della Difesa Ignazio La Russa allontanare con fermezza un giornalista freelance di nome Rocco Carlomagno, appartenente al popolo viola, il quale si era recato alla conferenza stampa di Silvio Berlusconi a sostegno di Renata Polverini allo scopo di creare scompiglio, contestare e zittire il Presidente del Consiglio come nella tradizione della più intollerante sinistra itaiana:



Personalmente cosa posso dire a riguardo? Innanzitutto che trovo assurde le polemiche scatenate dal popolo viola e dai suoi principali riferimenti politici italiani, i quali hanno prontamente additato il gesto del Ministro come un richiamo al suo passato fascista, indicandolo come un picchiatore al soldo del "Duce" Berlusconi incaricato di zittire con la violenza fisica tutti coloro che si permettono di contraddire e fare domande scomode al Cavaliere di Arcore.
Secondo me invece, la reazione del Ministro è dovuta a motivi più che giustificabili: negli ultimi anni infatti, l'odio ideologico e politico nei confronti della coalizione di governo e dei suoi sostenitori è sensibilmente aumentato col passare del tempo: infatti le aggressioni, gli insulti e i veleni nei confronti di chiunque rappresenti la destra sono sempre più frequenti e questa escalation è culminata recentemente con la statuetta del duomo di Milano scagliata in faccia allo stesso premier Berlusconi, un gesto che stava facendo precipitare l'Italia nella guerra civile o in un nuovo periodo di anni di piombo.
Il Ministro La Russa, a parer mio, ha solamente reagito in base alla sua esasperazione per questo periodo nel quale tutti ne approfittano per gettare veleno ed insulti ad indirizzo della destra con la scusa di voler rendere alla giustizia il Presidente del consiglio corruttore, ma in realtà l'unico scopo è quello di schiacciare la controparte per soddisfare il proprio odio viscerale verso le persone che non la pensano in maniera secondo loro accettabile!
In conclusione mi pongo una domanda: recentemente è stato ucciso a suon di bastonate uno storico esponente della destra palermitana: Enzo Fragalà, e nessuno della sinistra o del popolo viola si è permesso di esprimere disgusto e cordoglio verso questo brutale atto ma anzi, c'è stato un evidente velo di soddisfazione a riguardo! Se Fragalà fosse stato di sinistra, come sarebbe stata la loro reazione? Sicuramente si sarebbe parlato del "nuovo Matteotti", avrebbero messo in evidenza la natura fascista del governo motivandola con il brutale assassinio, fino ad incolpare le alte sfere di Palazzo Chigi!

PS: colui che ha appena scritto l'articolo è tutt'altro che berlusconiano!