domenica 11 aprile 2010

Grazie Dio di avermi fatto della Lazio

Tratto da: www.lalazioinrete.com

In giornate come queste mi sento ancora più fiero di essere Laziale. Il telefonino non smette di vibrare, perennemente illuminato da una valanga di messaggi di pseudo tifosi della Roma che fino a due settimane fa probabilmente non sapevano neanche cosa fosse il gioco del calcio. Per strada le borate che si vedono hanno un qualcosa di divertente. Leggo gli sms che mi arrivano, guardo dalla finestra queste scene tristi, eppure perdonatemi ma non riesco ad essere arrabbiato. Mi rode per la situazione. Vorrei una Lazio diversa, vorrei una Lazio più grande, vorrei una Lazio in grado di farmi vibrare il cuore per qualcosa di più importante rispetto ad uno scontro salvezza vinto alla grande in quel di Bologna. Vorrei una Lazio con un altro presidente, vorrei una Lazio in grado di farmi guardare al futuro con ottimismo e non con amarezza, vorrei una Lazio in grado di farmi tornare a sognare e non a pensare che l'anno prossimo sarà probabilmente come questo se non peggio.

Ma guardando loro invece di provare rabbia materializzo sul mio viso l'ombra di un sorriso. Un ghigno beffardo, quasi divertito. Sì, in giornate come questa ringrazio ancor di più mio Padre, il destino e Dio per avermi fatto scegliere questi colori. Per avermi fatto abbracciare un ideale. Per avermi fatto diverso. Non so se migliore o peggiore, semplicemente diverso. Noi siamo un'altra cosa, noi siamo un popolo che c'è stato c'è e ci sarà sempre, in Serie B con nove punti di penalizzazione o nel Principato di Monaco davanti al Manchester degli invicibili. Noi siamo noi. Noi siamo i Laziali. Personaggi strani, quasi incomprensibili per chi non fa parte della nostra stirpe. Noi abbiamo vinto nel 1900, quando nove ragazzi hanno dato vita al nostro sogno. Abbiamo trionfato nel 1927, quando grazie all'operato di un grande uomo siamo rimasti in piedi, soli contro tutti, per dire no ad una fusione che invece ha dato vita, a tavolino, alla seconda squadra di Roma. Noi, più in generale, abbiamo vinto nel giorno in cui abbiamo scelto di abbracciare un ideale per non seguire la moda, di essere esemplari rari per camminare da soli, o in buona compagnia, a testa alta guardando con distacco e da lontano il gregge "cesaronico" che da un'ottantina d'anni è comparso nella città di Roma.

Noi siamo Laziali, noi siamo altra gente. Non abbiamo bruchi sul cruscotto da mettere o levare a seconda dei risultati, ma un carattere diverso e due coglioni grossi così, perchè sarebbe stato facile andare dietro alla massa e dicedere di diventare come tutti gli altri. Noi no. Io godevo a scuola quando ero in minoranza. E se il "dibattito" non era almeno uno contro tre nemmeno mi divertivo. E sono convinto che per te vale lo stesso, perchè se sei arrivato a leggere fino a questo punto hai capito benissimo quello che ti voglio dire. Li guardo sorridendo oggi, li guarderò dall'alto in basso anche domenica sera. Hanno una squadra più forte, possono vincere lo scudetto. Non importa. Io ho vinto dalla nascita, noi abbiamo vinto dalla nascita, e basta guardarli festeggiare stasera per rendersene conto. Testa alta e sguardo fiero. Oggi più che mai orgoglioso di essere Laziale. Testa alta e sguardo fiero. Oggi più che mai orgoglioso di non essere come loro.


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